Intelligenza artificiale e furto della voce

Stiamo vivendo tempi rivoluzionari nell'industria del doppiaggio e dell'intrattenimento, con l'Intelligenza Artificiale (IA) che avanza a passi da gigante. Tuttavia, i progressi non dovrebbero comportare l'erosione dei diritti e della dignità degli artisti.

Come curatore di AI topics sono molto sensibile ai problemi che le nuove tecnologie stanno portando alla luce e, recentemente, ho avuto l'opportunità di leggere un documento redatto dalla United Voice Artist (UVA), che riunisce associazioni di attori/doppiatori di vari paesi, la quale chiede maggiore attenzione sulle questioni legate all'IA nel campo artistico.
 
L'uso non regolamentato dell'IA può minare il patrimonio di creatività, emozioni e unicità che solo gli esseri umani possono generare. Sono emerse preoccupazioni sulla clonazione delle voci degli artisti e sulla loro riproduzione artificiale. Questo è uno scenario inquietante, con casi documentati di voci “rubate” ed utilizzate senza il consenso degli artisti.
 
Naturalmente la soluzione a questo problema critico si trova nel regno legale e sono moltissime le domande sulla tutela dei diritti d'autore in un'epoca in cui la tecnologia supera rapidamente le leggi. C'è un disperato bisogno di riforme legislative che riconoscano e proteggano i diritti dei professionisti della voce in questo nuovo panorama.
L'Unione Europea e i governi dei vari paesi devono agire urgentemente per colmare le lacune normative. Una voce umana è molto più che semplice suono - è un patrimonio artistico, un elemento unico e irripetibile, e deve essere protetta come tale.

In un mondo in cui l'IA può replicare e distribuire una voce umana a un ritmo mai visto prima, è essenziale che i diritti di ciascun artista siano salvaguardati.

 

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