Il mio viaggio nel mondo dei brevetti mi ha portato a confrontarmi con numerose lezioni preziose. Il caso che voglio condividere con voi oggi riguarda l'importanza dell'interpretazione e la cura nell'uso delle parole.
Ma andiamo con ordine.
È naturale per i richiedenti di brevetto lottare per ottenere la massima protezione possibile per le loro invenzioni. Questa ricerca dell'ampiezza influisce non solo sui termini utilizzati nelle rivendicazioni, ma si può infiltrare anche nel linguaggio e nei termini utilizzati nelle specifiche. Tutto sembra procedere verso la direzione giusta, fino a quando non si incappa in una trappola inaspettata.
Nell'ambito del diritto dei brevetti, rincorrere un'ampiezza eccessiva può rivelarsi un'arma a doppio taglio. Il caso di Adidas, recentemente deciso dal PTAB (Patent Trial and Appeal Board), ne è un esempio emblematico.
Il brevetto di Adidas in questione riguarda metodi e sistemi per il monitoraggio delle caratteristiche prestazionali fisiologiche e atletiche di un individuo. In particolare, il brevetto descrive un sistema di monitoraggio della forma fisica con sensori incorporati in un indumento di monitoraggio. Questo brevetto è cruciale per Adidas, data l'esplosione dei dispositivi indossabili.
Il problema principale emerso durante l'appello è stata l'interpretazione del termine "indumento". L'esaminatore ha offerto un'interpretazione ampia che includeva anche una striscia di tessuto. Adidas ha contestato questa interpretazione, sostenendo che una striscia di tessuto non rientra nella definizione di "indumento".
L'interpretazione dell'esaminatore era basata sulla definizione comune del termine "indumento", definito come "qualsiasi cosa che può essere indossata". Su queste basi, l'esaminatore ha ritenuto che la striscia di tessuto citata nei brevetti precedenti soddisfacesse la limitazione del brevetto.
Adidas, da parte sua, ha affermato che questa interpretazione era eccessivamente ampia, citando un passaggio della specifica del brevetto in cui l'indumento era definito come una "camicia o un gilet". Se, secondo l'interpretazione dell'esaminatore, "qualsiasi cosa che può essere indossata" è un indumento, allora anche un orologio da polso, una scarpa, una cintura, uno zaino sarebbero indumenti. Ovviamente, non è così. A prima vista, l'argomento di Adidas sembra ragionevole.
Il PTAB, tuttavia, ha adottato un approccio diverso. Ha preso in considerazione l'intera specifica del brevetto, evidenziando che l'indumento di monitoraggio può "coprire almeno una parte del busto del soggetto". In base a questa interpretazione, un indumento può effettivamente includere una striscia di tessuto.
Ecco il punto: l'ampiezza cercata nelle rivendicazioni e nelle specifiche, pur essendo un obiettivo legittimo, può talvolta creare problemi nelle interpretazioni. In questo caso, la striscia di tessuto è entrata nel dominio di ciò che Adidas aveva inteso come "indumento", nonostante la loro intenzione di escluderla.
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