Google, Rosetta Stone e gli annunci AdWords in violazione dei marchi

I motori di ricerca come Google sono responsabili se gli annunci pubblicitari sponsorizzati violano i diritti di marchio di un’altra azienda?

🔍 Rosetta Stone, una compagnia conosciuta per i suoi software di apprendimento linguistico, ha intentato una causa contro Google affermando che il gigante della tecnologia stava contribuendo alla violazione del suo marchio.


Il cuore della questione era il programma AdWords di Google: questa piattaforma permette agli inserzionisti di far apparire i loro annunci come “link sponsorizzati” quando gli utenti cercano determinate parole chiave su Google. Rosetta Stone ha sostenuto che Google stava essenzialmente incoraggiando gli inserzionisti a violare il suo marchio, offrendo la possibilità di utilizzare come parole chiave termini protetti da marchi registrati. Inoltre, Rosetta Stone ha dichiarato che Google continuava a permettere agli inserzionisti di usare questi termini protetti, nonostante fosse a conoscenza del loro uso improprio.

🏛️ Tuttavia, il tribunale non ha accolto le affermazioni di Rosetta Stone, ritenendo che la compagnia non fosse riuscita a dimostrare che Google fosse effettivamente a conoscenza di tali violazioni del marchio o che avesse intenzione di indurre gli inserzionisti a commettere tali violazioni.

🔄 Il caso segna un altro capitolo nel continuo dibattito sul delicato equilibrio tra la libertà di fare affari online e la protezione dei diritti di proprietà intellettuale.

📌 La decisione del tribunale si è quindi concentrata specificamente sui casi in cui gli inserzionisti vendevano prodotti Rosetta Stone falsi o contraffatti. Tale sentenza, però, non fornisce indicazioni chiare su come potrebbe essere applicata in futuri casi simili, il che rende incerto il suo stesso valore quale precedente legale.

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