Sigarette elettroniche e tabacco riscaldato nella battaglia per i brevetti tra British American Tobacco e Philip Morris

Sigarette elettroniche e tabacco riscaldato nella battaglia per i brevetti tra British American Tobacco e Philip Morris

Una battaglia legale durata anni, combattuta su più fronti e in diversi Paesi, ha visto protagoniste le due big company del tabacco British American Tobacco (Bat) e Philip Morris International (Pmi). Oggetto del contendere, i brevetti sui nuovi prodotti a potenziale rischio ridotto rispetto alle sigarette tradizionali: le e-cig e i dispositivi che riscaldano il tabacco senza bruciarlo.

Tutto iniziò quando Bat citò Pmi per danni in Germania e Stati Uniti, sostenendo che la tecnologia di riscaldamento del tabacco utilizzata nel dispositivo Iqos di Pmi violasse alcuni brevetti già depositati da Bat. Oltre ai danni economici, Bat chiese che venisse impedita l'importazione e vendita di Iqos in quei Paesi, minacciando anche di bloccare l'ingresso nel mercato americano del prodotto di punta di Pmi.
La reazione di Philip Morris International fu di difendersi con forza da quelle accuse. 

Nel frattempo, lo scontro infuriava anche in Italia: British American Tobacco tentò, senza successo, di ottenere un aumento di tassazione su Iqos e inviò un esposto alla Procura di Roma chiedendo chiarezza sull’eventuale ruolo di Philip Morris in merito alla questione che portò all’arresto di alcuni ex dipendenti dell’Agenzia Dogane e Monopoli. Accuse respinte con forza da Pmi che parlò di "bipolarismo fiscale" da parte di Bat. 

Dopo anni di scontri in tribunale, le due multinazionali hanno trovato un accordo soddisfacente per entrambe:

  • British American Tobacco, produttrice di Vuse e Glo, verserà una somma in denaro a Pmi a seguito di una sentenza sfavorevole;
  • Philip Morris International rinuncerà ad importare il suo prodotto di punta Iqos nel lucroso mercato statunitense. 

I CEO delle due aziende si sono detti soddisfatti dell'accordo, che consentirà di concentrare gli investimenti sull'innovazione per sviluppare alternative meno dannose alle sigarette tradizionali, in linea con la strategia di entrambe le aziende di puntare su un futuro senza fumo. 

La vicenda mette in evidenza la grande competizione in atto tra le multinazionali del tabacco per accaparrarsi fette di mercato nei nuovi prodotti a potenziale rischio ridotto, segmento ritenuto strategico per il futuro del settore: un campo di applicazione in rapida evoluzione e dai contorni normativi ancora in via di definizione, che vede le aziende impegnate in una serrata competizione fatta di innovazione tecnologica ma anche di battaglie legali per la proprietà intellettuale. 

La distensione tra Bat e Pmi segna una tregua momentanea, ma non esclude nuovi scontri in futuro data l'importanza strategica di questo segmento di mercato per il posizionamento dei big player. Le multe salate e i divieti di vendita ottenuti nei tribunali restano armi efficaci per rallentare i concorrenti e con la posta in gioco così alta, è probabile che i colossi del tabacco continueranno a combattere una guerra senza esclusione di colpi.

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